II domenica dopo Natale

Pubblicato giorno 2 gennaio 2016 - In home page

 

    La salvezza che Dio ci ha donato si verifica in un tempo e in uno spazio. Il tempo è l’ “oggi di Dio”, il presente di ogni uomo di ogni tempo. Lo spazio è quello abitato dall’uomo, è tutto ciò che diventa la casa dell’uomo. Lo spazio è il mondo, la città, il quartiere. Lo spazio è tutto il mondo, ogni città, ogni quartiere.
Lo spazio in cui si rende manifesta e visibile la salvezza è innanzitutto la famiglia, ogni famiglia. Chiamata a rendere fecondi il tempo e lo spazio nei quali il Signore li ha posti ad abitare e operare. Questo aspetto della vita e della crescita della famiglia va opportunamente sottolineato a partire dalla città, dal quartiere e dalla casa in cui si abita.
Papa Francesco ci spiega l’importanza della scelta di Dio a favore di un piccolo villaggio come Nazaret quale città natale del Cristo: «Dio ha scelto di nascere in una famiglia umana che ha formato Lui stesso. L’ha formata in uno sperduto villaggio della periferia dell’Impero Romano. Non a Roma, che era la capitale dell’Impero, non in una grande città, ma in una periferia quasi invisibile, anzi piuttosto malfamata. Lo ricordano anche i Vangeli, quasi come un modo di dire: “Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?” (Gv 1,46). Forse, in molte parti del mondo, noi stessi parliamo ancora così, quando sentiamo il nome di qualche luogo periferico di una grande città. Ebbene, proprio da lì, da quella periferia del grande Impero, è iniziata la storia più santa e più buona, quella di Gesù tra gli uomini! E li si trovava questa famiglia» (Francesco, Udienza generale, 17 dicembre 2014).

Aiutare la famiglia ad amare l’ambiente in cui vive, condurla alla consapevolezza che è quanto mai necessario assumere un impegno concreto a favore della polis, diventa indispensabile perché la famiglia stessa realizzi la propria vocazione ad essere quella piccola Chiesa domestica sulla quale si poggia la comunità parrocchiale.